I "colori in movimento" di Domenico Failla
Poesia e pittura in occasione delle manifestazioni conclusive della
XXIII Edizione 2000 del Premio Internazionale di Poesia "Ciro Coppola"
Un caloroso ed interessato pubblico di ospiti e residenti ha partecipato allinaugurazione della prima mostra isclana di opere del pittore Domenico Failla (Squillace 1932) presso il salone delle Terme Belliazzi nella storica Piazza dei bagni del Gurgitello di Casamicciola Terme. "Colori" il titolo della personale del maestro che ha accettato linvito dellAssociazione "Pro Casamicciola Terme" di esporre le proprie opere in occasione della manifestazioni conclusive della XXIII Edizione del Premio Internazionale di Poesia "Ciro Coppola" per lo studente italiano e dellUnione Europea Premio del Presidente della Repubblica. La mostra consta di dodici oli su tela: Libertà, Danza di girasoli, estasi, coralli, Filosofia a Capri, Fuori Capri, Anacapri, Estate romana, Siepe di ortensie, Fantasia di ortensie, Burrasca, Barca in difficoltà. Di seguito la recensione dei Ermanno Corsi del maestro.
Nessuna
forma darte è neutrale. Tanto meno può esserlo la pittura che consente, a chi ne
porta dentro la vocazione, di esprimersi con gli strumenti della immediatezza. Questi
strumenti, che si traducono in un messaggio di grande presa, vengono usati da Domenico
Failla con misurato e calcolato equilibrio.
Nei suoi lavori cè il senso della dimensione. Lartista non prende mai la mano
a se stesso, non perde lauto controllo consapevole che le dimensioni non possono
essere forzate senza creare sconcerto e disorientamento.
Se
larte non è mai neutrale, meglio rendere il messaggio quanto più esplicito è
possibile. Failla non si nasconde, ma si rivela continuamente. Il suo messaggio è tutto
nelle forme e nei colori che vengono usati. Messi uno dietro laltro, i suoi quadri
formano tanti fotogrammi: una sequenza che si vede, si legge e si interpreta come un testo
scritto. Si può partire dalla doppia metafora dei cavalloni, tanto per fare un esempio.
Si passa attraverso una burrasca che suscita inquietudine, si incontra un soggetto sociale
spregevole come lusuraio. Dei cavalloni colpisce lo sguardo, tra interrogativo e
sfumato. Nellusuraio lo sguardo è sottile e tagliente come la lama di un coltello.
Ma la nostra esistenza è intessuta anche di energia positiva e di affetti e Failla li
attraversa non solo con la sua suggestiva immaginazione.
La sereneità dei campi, i teneri paesaggi e la magia
dei fiori aprono una prospettiva nuova. E come se un orizzonte fino allora negato,
si dischiudesse allimprovviso. Il ritorno allalba diventa, così, la metafora
rasserenante e conclusiva di un discorso. I pescatori che vivono il nuovo giorno in mezzo
al mare, un mare questa volta tornato disteso, hanno in sé una forte carica di sintesi e
di simbologia.
Quando centra lobiettivo e la resa artistica è
quella conseguita da Domenico Failla, la pittura va ben oltre la soggettività. Conserva i
tratti di una autobiografia fatta di immagini e sapori, ma diventa anche oggettiva
storiografia esistenziale. Tanti possono ritrovarsi in essa o sentirsene pienamente
rappresentati. Domenico Failla non lavora soltanto per sé. Le sue pulsioni sono un
linguaggio ampiamente condiviso. Lartista vale allora per come si rappresenta, ma
soprattutto per come ognuno può ritrovarsi in lui. Le sue forme, le sue geometrie e i suoi colori escono così dal circuito chiuso
e scuotono positivamente la nostra sensibilità.