La
civiltà della parola
Dalle Relazioni della Giuria del
Premio "Ciro Coppola"
Il bando ha avuto ampia rispondenza da parte di studenti italiani che hanno apprezzato l’iniziativa e dimostrato con la loro partecipazione di gradire l’occasione che loro si forniva di testimoniare un loro travaglio spirituale quale è quello che un componimento poetico comporta e di confrontarsi a livello nazionale in una ideale palestra letteraria. (…)
Pur nella fase delicata che la scuola attraversa, i
risultati emersi consentono di affermare che una solida tradizione culturale e
letteraria opera ancora nei giovani più maturi e sensibili, che l’attenzione
introspettiva e che l’esigenza espressiva e di comunicazione sono vive nella
generazione emergente dalla crisi presente. Anzi è motivo di fiducia rilevare
una tensione morale circolante in molti componimenti mentre scarse risultano le
voci di negazioni dei valori e di protesta smarrita o disperata.
…ideato con felice intuizione da un gruppo di
giovani e tradotto in realtà organizzativa con la determinazione che
l’entusiasmo sa dare, esso è diventato ormai una istituzione nazionale ed
aperta ai valori culturali ed artistici, una opportuna occasione per esprimere
stati d’animo ed aspirazioni, per misurare un impegno creativo con piena
libertà di voce in quanto il Premio è immune da ogni interferenza ideologica o
politica.
Di fronte ad una adesione tanto vasta e consenziente
e tenendo presente l’odierna tendenza dei giovani alla comunicazione, al
confronto, alla conoscenza reciproca, il pensiero corre più avanti nel tempo e
vien fatto di domandarsi quali risonanze un Premio del genere potrebbe avere
qualora fosse aperto ai giovani di tutta europa.
E’, quindi, auspicabile che le varie edizioni del
“premio” possano rappresentare una significativa traccia per disegnare
l’andamento del modo di sentire dei giovani in rapporto alla propria epoca.
E’ noto come la scomparsa di Ciro abbia costituito
l’atto di nascita di quest’albero maestoso che continua a produrre gemme
delicate, variopinte ed olezzanti. Ravvivare a mezzo del Premio il ricordo di
quel giovane socio che tante energie profuse, significa farlo rivivere sulle
note di un motivo che diviene eco della sua anima, tenue eppure saldo legame
con la vita che ferve, conforto di esistenze segnate dall’angoscia. Insegnare
poi ai giovani che il nostro inquieto tempo può offrire ancora motivi di
poesia, che la poesia è vita, perché nel reame della fantasia e dell’illusione
dà vita a ciò che sembra perito per sempre, che proprio nella poesia è
possibile rinvenire una ragione di vita: ecco l’ideale che l’Associazione con
ininterrotto entusiasmo persegue!
Tener desta la fiamma della poesia perché tutti i
giovani ne traggano luce, calore e sprone nella lotta quotidiana contro le
insidie sempre più subdole del mondo d’oggi: ecco il programma!
…questo Premio continua ad interessare gli studenti
che trovano in esso un’occasione ed uno stimolo per esternare i loro stati
d’animo, per vagliare le loro capacità espressive e contribuire in tal modo
anche a faro conoscere gli umori dei giovani, le loro idealità come le loro
ansie, oltre che il grado della loro iniziazione letteraria.
Edoardo Malagoli, 1984 VII
Nato dalla scuola e per la scuola questo premio, è
bene sottolinearlo, si differenzia nettamente da tutti gli altri perché non
intende mescolarsi con quelli di cui “l’industria culturale” vigente è prodiga,
bensì fornire ai giovani un’occasione e uno stimolo a misurare le loro capacità
espressive, a dar voce ai loro affetti, a confrontare le loro esperienze di
vita e di studio.
Edoardo Malagoli, 1985 VIII
Risulta evidente come il “premio” porga agli studenti un invito e uno stimolo ad esprimere i loro sentimenti, un impegno a dare testimonianza dei loro orientamenti e della loro sensibilità letteraria, a ritrovare nel discorso poetico quella civiltà della parola che tanta parte ha nell’elevazione dell’uomo e della sua storia.
Edoardo Malagoli, 1987 X
Il numero dei partecipanti al concorso è risultato ancora superiore a quello delle edizioni precedenti, a conferma del grande favore che l’iniziativa continua a suscitare tra gli studenti italiani di tutti gli indirizzi scolastici, ribadendo, se ancora ve ne fosse bisogno, il valore culturale di un invito che colloca l’espressione letteraria al centro della formazione spirituale dei giovani più sensibili alla civiltà della parola.
…ha trionfato la poesia. E’ riuscita infatti ancora una volta a suscitare entusiasmi, a coagulare energie, a ravvivare valori, a fornire indicazioni, a diffondere speranze. Ha così espletato la sua funzione evocatrice, profetica ed insieme consolatrice di una società sempre più contrassegnata dal disordine, dal pressappochismo, dalla sfiducia.
Nunzio Albanelli, 1992 XV
Ancora una volta si è potuto costatare in tutte le composizioni una chiara consapevolezza del ruolo che il giovane vuole avere nella società in un momento di grandi sommovimenti e del desiderio che da questi non abbiano ad essere travolti i valori che rendono la vita degna di essere vissuta. Non è certo una ricerca facile, né sempre riesce il giovane di illuminare l’immediato futuro di quella luce di speranza che dà forza di dominare, se non governare, i momenti difficili che caratterizzano la nostra epoca.
Vincenzo Mennella, 1993 XVI
I componimenti pervenuti e che sono stati oggetto di
attenta lettura da parte della Giuria sono numerosissimi come sempre. Segno,
questo, che la poesia e i valori di cui essa si fa interprete genuina e severa
sono sempre vivi nell’animo dei giovani.
Una comparazione, sempre auspicabile, del prodotto
di tutte le edizioni, dalla più remota a quello più attuale, potrebbe
consentire di disegnare idealmente il lento procedere della trasformazione
della società e del modo di porsi di fronte ad essa e in essa da parte dei
giovani. (…)
Ovviamente, di queste brevi considerazioni, non è
che si possano cogliere gli spunti di un’unica composizione, ma ci si deve
porre in un’ottica complessiva, immaginando che tutti i ragazzi abbiano scritto
quasi un poema a più mani, costituito dall’insieme della produzione, in cui
tuttavia, ognuno è stato libero di esprimere un tratto della sua identità, collocandola
nel suo ambiente e nella sua condizione particolare. Come sarebbe interessante
riunire, in una ideale assemblea autogestita, tutti i giovani autori, per
consentire di confrontarsi tra loro e tentare, pur senza mai confondersi e
rinunziare alla propria irripetibile individualità, il ritratto più coerente
possibile del giovane oggi!
E’ la lettura di queste centinaia di poesia, fatta
in maniera pressoché sincronica ha dato alla Giuria l’immagine dello svolgersi
di questa assemblea ideale.
Vincenzo Mennella, 1994, XVII
Quasi tutti i partecipanti dànno l’impressione di avere la passione per lo scrivere, il brivido di poetare, con l’intenso e costante desiderio di voler creare e, a volte, provano la sorpresa d’esserci riusciti. Noi tutti, d’altronde, siamo poeti di noi stessi e possediamo il germoglio creativo dei pensieri.
Non poesia d’evasione né poesia impegnata, non
struggente nostalgia per Eden sempre perduti né esercizi di stile, ma quali
pagine di confessioni, ora timide ora più o meno teatrali, ove non sempre
traspare una discreta sensibilità né sempre sono ricche di sobrietà e aliene da
parole ad effetto. Confessioni che rivelano anime inquiete, commuovono e dànno
da riflettere.
Questi giovani, infatti, non sono poi tanto diversi
d quelli che ogni giorno vediamo baldanzosamente e a volte pericolosamente
sfrecciare sui loro motorini o scooter, spavaldi e sicuri, e non ci accorgiamo
che per lo più è solo apparenza o reazione, né riusciamo a renderci conto della
loro inquietudine, né della loro continua, incessante ricerca dell’epifania che
cancelli il turbamento e ridoni la speranza.
Non poche composizioni concorrono a dare la
rappresentazione dei momenti caratterizzanti della società, con particolare
riferimento alla condizione giovanile, tuttavia, predomina com’è naturale, il
sentimento d’amore e la sua attesa, sentimento espresso in tutte le sue
sfumature e le sue ansie. Ha compito, soprattutto quest’anno, l’espressione
timida, pudica di questo sentimento: tocchi tenui, ma vibranti. (…)
Componimenti dallo stile riposante accanto a forme
nuove; liriche sul filo dell’intimismo che pur si proiettano sul mondo d’oggi
in una comunicativa tensione con i valori quotidiani; toni d’epifania che si
predispongono alla scoperta del prodigioso in cui cogliere i valori
dell’esistenza; fascino di parole semplici e accattivanti ecco il mondo che si
staglia dalle composizioni di questa XXIII edizione del Premio di Poesia “Ciro
Coppola”.
Giovanni Castagna, 2000 XXIII
Indagati in ottica sociologica, i componimenti
evidenziano una propensione al colloquio interiore, un’ansia di valori
autentici, un abbandono quasi generale di quei grandi tempi che sembravano
imporsi negli anni precedenti, come la precarietà della condizione umana, la
commossa pietà per il prossimo, per il mondo dei diseredati, la guerra, la
mafia, la droga…
Urge, invece, un ripiegamento, ora dolce e sommesso, ora sicuro, in se stessi, nell’espressione di un tormento esistenziale che a volte si compiace di teoremi, più o meno intellettualistici, della vita e sulla vita.
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