Lettera Pastorale del Vescovo

Aspettando Pietro il pescatore

Padre Filippo Strofaldi, Vescovo d'IschiaCon voi aspetto che si realizzi quello che è un sogno comune: la visita del Santo Padre alla nostra comunità diocesana. Egli, pellegrino instancabile sulle strade del mondo sempre sollecito ad annunziare il Vangelo di Cristo ad ogni creatura, viene per confermare me e voi nella fede nel Signore Gesù, per esortarci a costruire sempre più e meglio la “Chiesa comunione” in questa piccola porzione del gregge di Dio, ad aprire cammini di santità per ogni persona che si apre alla chiamata del Signore. Pertanto vorrei riflettere con voi sulla figura del successore del Principe degli Apostoli e sulla portata di questo evento di grazia e di benedizione per tutti.


Chi è Pietro?

a. …Colui che, chiamato a diventare “pescatore di uomini”, ha lasciato tutto e ha seguito il Maestro. Pietro sin dal primo incontro con Gesù si fida della sua Parola e non esita a sperare contro ogni speranza. Per questo è premiato con una pesca prodigiosa, ma soprattutto dal comportamento del Maestro che, invece di allontanarsi da lui, gli chiede di condividere la sua missione (cfr. Lc 5,1-11). Anche noi, chiamati col Battesimo a lasciare le sponde delle nostre sicurezze per avventurarci dietro il Messia lungo un cammino di sequela, siamo invitati a liberarci da quanto ci impedisce di prendere il largo: legami e ancoraggi a riva, paura di lasciare le sicurezze, immobilismo nel nostro quieto vivere… Quanti invece hanno avuto questo coraggio della fede! Basti pensare ai grandi esempi dell’ultimo secolo: al giovane Piergiorgio Frassati, ai coniugi Beltrame-Quattrocchi, a Madre Teresa di Calcutta, a Massimiliano Maria Kolbe e agli innumerevoli santi della quotidianità nascosti agli occhi degli uomini, ma presenti e preziosi a quelli di Dio. Il Papa, con la sua venuta ci esorta a rispondere prontamente alla chiamata sempre attuale del Maestro: “Vieni e vedi” confermò a Parigi 1997, “Il Verbo si è fatto carne” asserì a Roma 2000 e “Voi siete il sale…la luce del mondo” dirà a Toronto nel prossimo Luglio 2002.

b. …Colui sul quale Gesù fonda la sua Chiesa. Di fronte alle mutevoli opinioni della folla Gesù rimane insoddisfatto delle risposte generiche della gente ed interroga i discepoli su cosa pensino di Lui. Pietro con entusiasmo proclama la sua fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Al nostro mondo continuamente viene chiesto in chi porre la propria fede, in chi credere (un'antica etimologia fa derivare credere da "cor- dare”, dare il cuore; è ancora Pietro a farsi interprete della Chiesa e a gridare la sua fede nel Cristo. Ogni giorno ci viene proposto di inserirci come pietre vive in questo edificio spirituale perché, fondati sulla fede apostolica, possiamo proclamare le opere meravigliose di Lui che con il sacrificio della croce e la sua risurrezione ci ha chiamato dalle tenebre del peccato alla sua ammirabile luce (cfr. 1Pt 2,9). Questa luce risplendente negli occhi di Giovanni Paolo II ha attirato, durante tutto il suo pontificato, milioni di persone intorno a Pietro perché parlasse loro del Maestro e li indirizzasse nel cammino della fede.

c. …Colui dinanzi al quale Gesù si trasfigura. Constatato lo scoraggiamento degli apostoli per l’annunzio della sua imminente morte, Gesù decide di anticipare a Pietro, Giacomo e Giovanni la gloria che lo attenderà. Ma alla provocatoria proposta di Pietro “Maestro, è bello stare qui, facciamo tre tende…” il Maestro ordina di scendere dal monte (cfr. Mt 17,1-8). Anche oggi ai cristiani del terzo millennio Gesù chiede di portare nella società la luce del suo volto, di testimoniare con la vita la straordinaria esperienza del suo amore. Nella sua ultima lettera apostolica il Santo Padre si fa contemplazione del volto di Cristo ed esorta gli uomini e le donne del nostro tempo a lasciarsi irradiare dalla sua luce incontrandoLo nel volto dell’ammalato, sofferente, provato…tutti tabernacoli viventi di Gesù.

d. …Colui che dopo aver rinnegato Gesù è chiamato ad assicurargli per tre volte il suo amore. Dopo la sua risurrezione il Signore Gesù, coprendo le debolezze di Pietro gli chiede di mostragli un amore più grande di quello degli altri e per ben tre volte lo interroga: “Mi ami tu?” (cfr. Gv 21,15-19). È in forza di questo amore “più grande” che il Cristo affida al pescatore di Galilea il suo gregge. Qual’è la nostra storia d’amore con Gesù? …al di là della nostra condizione Egli ci ama immensamente. Da questa certezza siamo invitati dal Papa a ripartire sempre daccapo; la sua presenza in mezzo a noi vorrà incoraggiarci a non temere di innamorarci di Lui, di costruire con Lui la nostra storia e di fondare su Gesù Cristo la nostra speranza per il domani.

e. …Colui che nel suo successore viene a visitare la nostra chiesa locale. Egli dovrà confermare nella fede i suoi fratelli. Per la prima volta, in quasi duemila anni di cristianesimo, un successore di Pietro porrà piede nella nostra isola. Questo non vorrà essere un momento folkloristico, di turismo o di mondanità, ma l’apice della esperienza cristiana di una piccola diocesi che però conserva nel suo cuore l’ardore della fede e la devozione più sincera per il Sommo Pontefice.

Cosa porremo, fratelli, nelle mani del Papa? Gli esempi di santità che la nostra comunità ha saputo esprimere uniti allo sforzo nostro di imitarli: S. Giovangiuseppe della Croce, il Parroco Giuseppe Morgera e tanti altri uomini e donne; le nostre comunità parrocchiali dove si vive, si soffre, si prega, si svolge l’apostolato; le diverse realtà ecclesiali che in molteplici modi rispondono ai suggerimenti dello Spirito; la bellezza del cielo, della terra e del mare, riflesso della divina bellezza; un amore tanto accogliente da farlo sentire a casa; le gioie, le speranze, le attese e i dolori della nostra società.

Sono questi i sentimenti che condivido con voi nell’attendere la visita del Santo Padre, e, mentre ci auguriamo una efficace preparazione a tale evento, invoco su tutti voi la benedizione di Dio per intercessione di Maria “nostra castellana d’Ischia” e dei nostri santi Patroni.

Tutti benedico nel Signore Gesù che ci ricolma di grazie e benefici durante quest’anno 2002. Padre Filippo

Ischia, Giovedì Santo 2002

 

L'Osservatore Romano del 5 maggio 2001

DOMENICA 5 MAGGIO 2002, VI DI PASQUA,
LA VISITA PASTORALE DI GIOVANNI PAOLO II NELL'ISOLA DI ISCHIA

In attesa di Pietro il pescatore

di Gianfranco Grieco

Ischia Ponte"Aspettando Pietro il pescatore...". L'immagine biblica ripresa dal Vescovo di Ischia Mons. Filippo Strofaldi nella Lettera Pastorale inviata a tutti gli abitanti dell'"Isola verde", ben si addice non solo al luogo, ma soprattutto al Successore dell'Apostolo Pietro che in questi anni di intenso ed instancabile servizio petrino, ha cercato di gettare le reti nell'immenso mare della storia degli uomini per portare a tutti il messaggio di salvezza, di pace e di riconciliazione. Ritorna al Sud Giovanni Paolo II, dopo la visita pastorale alla Chiesa locale di Frosinone-Veroli-Ferentino del 16 settembre 2001, all'indomani del tragico attentato alle Torri Gemelle di New York, per invitare ancora un volta tutti gli uomini di buona volontà a ritrovarsi uniti nella preghiera per la pace nella Terra Santa di Gesù di Nazareth. Ischia, "perla" del Mediterraneo, richiama al dovere dell'accoglienza, della solidarietà, della pacifica convivenza, del dialogo fra popoli e culture. Come in passato, su questa terra sospesa tra cielo e terra, hanno trovato dimora personalità ed artisti di ogni parte del mondo, così oggi trovano le porte spalancate quanti operano per il dialogo ed il confronto per costruire un futuro migliore. La Chiesa che è in Ischia, opera da sempre in questa direzione. Guidata da spiriti attenti al divenire della storia, la Chiesa si è fatta ponte di comunione, per collaborare all'avvento della civiltà dell'amore. "Per la prima volta, in quasi duemila anni di cristianesimo - scrive il Vescovo Strofaldi nella Lettera ai fedeli dell'Isola - un Successore di Pietro porrà piede nella nostra isola. Questo vorrà essere l'apice della esperienza cristiana di un piccola diocesi che conserva nel cuore l'ardore della fede e la devozione più sincera al Papa". Segnata dalla presenza di santi e di beati che nel corso dei secoli hanno dato tutto a Cristo e alla Chiesa, la comunità ecclesiale di Ischia vive oggi l'esperienza del "prendere il largo" dopo aver celebrato il Grande Giubileo dell'Anno 2000 nel segno della riconciliazione con Dio e della nuova evangelizzazione. Chiesa aperta, anzi spalancata per naturale vocazione agli altri, questa di Ischia, è cosciente delle nuove responsabilità ecclesiali e pastorali che Giovanni Paolo II le affiderà in questa sosta pasquale. L'annuncio del Risorto è una verità centrale della fede dei cristiani. Questa verità deve essere quotidianamente ri-proposta e ri-vissuta da coloro che pur non avendo visto, credono fermamente nel mistero glorioso della Risurrezione del Maestro. Questo evento pasquale che ha cambiato la storia del mondo continua anche oggi a scuotere le coscienze assopite. Nell'"Isola verde", come in ogni angolo del mondo, la predicazione del Papa pellegrino eleva alto questo annuncio di salvezza. Riproporlo ancora una volta agli uomini e alle donne del nostro tempo vuol dire confermare nella scelta di fede quanti sono impegnati a trasformare il volto del mondo in volto di Dio. Dare un'anima pasquale alla loro esistenza e alla loro scelta di vita per trasformare un "Evento" in futuro di Grazia.

(©L'Osservatore Romano - 5 Maggio 2002)

Cronaca

Ascoltare - Accogliere - Amare
Sotto la guida illuminata e prudente del tuo Pastore,
sii una comunità che sa "ascoltare", una terra pronta ad "accogliere",
una famiglia che si sforza di "amare" tutti in Cristo.

 

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